Il Marocco, situato nel nord-ovest dell’Africa, è delimitato dallo Stretto di Gibilterra e dal Mar Mediterraneo a nord, dalla Mauritania a sud, dall’Algeria a est e dall’Oceano Atlantico a ovest, con una costa che si estende per oltre 3.500 km. La superficie totale del paese è di 710.850 km², di cui circa 100.000 km² sono caratterizzati da affioramenti carsici, rendendo il Marocco uno dei luoghi più favorevoli per le scoperte speleologiche nel Nord Africa.
Le principali aree carsiche si trovano nelle montagne dell’Atlante, del Rif e della Meseta Atlantica, con circa 1.500 grotte inventariate. L’esplorazione speleologica iniziò nel 1927 e fino agli anni ’80 fu principalmente svolta da gruppi stranieri. Il primo club speleologico marocchino fu fondato ad Agadir nel 1983. Oggi ci sono due federazioni speleologiche e circa 30 associazioni, anche se non tutte sono attive. L'”Inventario speleologico del Marocco, 1981″ è il principale documento che raccoglie informazioni sulle grotte marocchine.
Le aree carsiche del Marocco includono affioramenti calcarei del Lias, del Giurassico medio, dell’infracambriano e del Cenomaniano-Turoniano. Questi affioramenti testimoniano un antico carsismo influenzato da condizioni litologiche, strutturali e bioclimatiche specifiche. Le grotte marine non sono ancora ben documentate, ma ricerche sono in corso nel nord-est del Marocco. Esistono anche numerose cavità artificiali, come miniere, khettara (sistemi di drenaggio tradizionali) e case trogloditiche, particolarmente presenti nella città di Bhalil.
Il Marocco ha circa 100 speleologi attivi e 30 gruppi speleologici. Non esistono organizzazioni di ricerca di riferimento, ma molti laboratori universitari conducono studi sulle grotte. La biospeleologia, lo studio della vita nelle grotte, è iniziata nel 1869 con la descrizione di due specie di Coleoptera. Da allora sono state scoperte numerose altre specie, principalmente coleotteri, araneae, collembola, diplopodi, diplura e isopoda. Il Marocco ospita circa 30 specie di pipistrelli, tutte appartenenti al sottordine Microchiroptera.
Non esistono leggi specifiche che regolamentano la speleologia in Marocco, ma alcune grotte sono protette nell’ambito della conservazione dei siti archeologici e del patrimonio naturale. Alcuni esempi di regolamentazioni locali includono restrizioni per la protezione delle risorse idriche. Il governo marocchino ha proposto un disegno di legge nel 2011 per riconoscere le grotte come patrimonio culturale immobile, che potrebbe giocare un ruolo cruciale nella protezione delle grotte come componente del patrimonio naturale e culturale del paese.
Coordinatori: Ayoub Nehil1,2 nehili@hotmail.com , Naouadir Iliass3 naouadir.iliass@gmail.com
Collaboratori: Moutaouakil Soumia, Taha Younes Arrad, Hicham Benani
1Laboratoire de Recherche sur la Dynamique des Paysages, Risques et Patrimoine. Faculté des Lettres et des Sciences Humaines, Université Sultan Moulay Slimane Béni Mellal, Maroc
2 Moroccan Explorers
3 Laboratoire de Géologie et Ressources Naturelles la faculté des sciences Dhar El Mahraz, Université Sidi Mohamed Ben Abdellah à Fès, Maroc