L’Italia, con una superficie di 301.338 km², ha un ricco patrimonio speleologico, con circa un sesto del suo territorio costituito da aree di interesse speleologico. Queste aree, caratterizzate da rocce che favoriscono la formazione di cavità naturali, sono presenti in tutte le regioni italiane, sebbene con notevoli differenze in termini di estensione e tipologia di grotte. Questa caratteristica ha stimolato le esplorazioni speleologiche nel Paese da oltre un secolo, portando alla scoperta, esplorazione e documentazione di più di 40.000 grotte, principalmente nelle rocce carbonatiche (calcari e dolomie), ma anche in gesso, lava basaltica e altri litotipi (evaporiti).
Le aree carsiche, presenti in tutte le regioni italiane, variano significativamente in termini di estensione. Ad esempio, in Emilia Romagna, il carsismo copre circa l’1% della superficie totale, mentre in Puglia, grazie agli estesi affioramenti di calcare, raggiunge il 48%. Queste aree hanno incoraggiato esplorazioni sistematiche da più di un secolo, portando alla scoperta e alla documentazione di oltre 40.000 grotte.
Il patrimonio italiano di cavità artificiali (CA) è un vasto insieme di grotte diversificate, sia per i diversi usi principali per cui sono state progettate, sia per le caratteristiche tecniche costruttive che per le diverse culture umane che le hanno ideate nel corso dei secoli. Nel 1981, all’interno della Società Speleologica Italiana (SSI), è stata istituita la “Commissione Nazionale Cavità Artificiali” (CNCA), che si impegna a promuovere l’esplorazione e lo studio delle cavità sotterranee.
In termini di biospeleologia, il catalogo contiene più di 5658 cavità (naturali e artificiali); prende in considerazione 3674 specie, 556 sottospecie e diversi altri taxa. Almeno 785 specie sono considerate eucavernicole (cioè troglobiti + eutroglofili).
Le grotte, sia naturali che artificiali, in Italia non sono protette in quanto tali ma solo da leggi speciali sulle attività estrattive, acque minerali, archeologia e belle arti, oppure da Parchi, Riserve e leggi regionali. Inoltre, le acque sotterranee sono soggette a tutela ai sensi del D.Lgs. 152/2006, che prevede specifici obiettivi di qualità per le stesse, in attuazione della Direttiva 2000/60/CE.
In Italia, ci sono circa 5500 speleologi e 293 gruppi e organizzazioni speleologiche. Le principali pubblicazioni speleologiche includono “Speleologia”, “Opera Ipogea”, e altre risorse disponibili attraverso la Società Speleologica Italiana, SPELEOTECA, e il Club Alpino Italiano.
Coordinatore: Ferdinando Didonna1 ferdinando.didonna@socissi.it
Collaboratori: Francesco Maurano, Ivana Guidone, Henry De Santis
1Società Speleologica Italiana