La Francia con una superficie di 551.695 km², di cui circa il 40% è caratterizzato da rocce che favoriscono la formazione di grotte naturali, il che ha alimentato oltre un secolo di esplorazioni speleologiche.
Più di 50.000 grotte sono state scoperte e documentate in Francia, principalmente in rocce carbonatiche come calcari e dolomie, ma anche in gesso, arenaria e rocce vulcaniche. Tra i sistemi carsici più significativi vi sono il Réseau Felix Trombe nei Pirenei centrali, con oltre 117 km di sviluppo, il Gouffre de la Pierre-Saint-Martin nei Pirenei occidentali con oltre 83 km, e altri sistemi nelle Alpi e nelle montagne della Chartreuse.
La Francia ospita anche circa 1000 grotte marine, inclusi sia complessi sommersi che grotte marine in senso stretto. Le cavità artificiali, come sotterranei e cave, sono numerose.
La Fédération Française de Spéléologie, fondata nel 1963, coordina le attività speleologiche nazionali, coinvolgendo circa 15.000 speleologi, di cui 6.564 con licenza federale nel 2020. Il paese conta 388 gruppi e organizzazioni speleologiche, con pubblicazioni specializzate come Spelunca e Karstologia.
La biospeleologia è un campo attivo in Francia, con 381 specie e sottospecie stigobiotiche identificate nelle grotte, di cui almeno 421 sono considerate troglobie. Numerosi organismi di ricerca e associazioni contribuiscono alla ricerca speleologica e alla conservazione della fauna cavernicola.
Il documento evidenzia anche il contesto legale delle grotte in Francia, dove la proprietà del sottosuolo di solito corrisponde alla proprietà della superficie, ma esistono eccezioni per la protezione di specie protette come i chirotteri. Leggi specifiche, come quelle del 1930 e del 1976, proteggono i siti di interesse geologico e biologico.
Coordinatori: Ruben Centelles1 rcentelles@yahoo.fr , Josiane Lips1 josiane.lips@free.fr
Collaboratori: Michel Wienin, Marie-Clélia Lankester
1Fédération Française de Spéléologie