Due secoli fa, la scoperta del coleottero cieco Leptodirus hochenwartii in Slovenia ha segnato l’inizio della biospeleologia, la biologia degli habitat sotterranei. Questi animali, adattati alla vita nel buio con caratteristiche come assenza di occhi e pigmenti, sono noti come troglobi (terrestri) o stigobionti (acquatici). Gli habitat sotterranei, a causa dell’assenza di luce, dipendono completamente dai nutrienti che provengono dalla superficie.
Negli ultimi due secoli, la ricerca ha rivelato modelli di distribuzione della fauna sotterranea europea, con l’Europa che presenta la fauna sotterranea più ricca al mondo. Molti hotspot di biodiversità si trovano nelle catene montuose del Mediterraneo settentrionale, come i Pirenei, le Alpi e le Dinaridi, influenzati da fattori come la temperatura, le precipitazioni e gli eventi storici.
I cambiamenti climatici del Pleistocene e l’Ultimo Massimo Glaciale hanno decimato la fauna sotterranea a nord delle Alpi, ma hanno lasciato aree con alta ricchezza di specie nelle Dinaridi. Eventi paleogeografici come la Crisi di Salinità del Messiniano hanno influenzato la distribuzione delle specie sotterranee, facilitando lo scambio di fauna tra Europa e Africa.
Le specie sotterranee si sono evolute anche attraverso la speciazione ecologica, influenzata dall’uso differenziato delle risorse ambientali e dai cambiamenti comportamentali. Tuttavia, l’aspetto ecologico della speciazione è stato trascurato per anni. Con una crescente consapevolezza, gli studi ecologici sugli habitat sotterranei stanno ponendo nuove sfide e opportunità di sviluppo futuro.
Teo Delić1 teo.delic@bf.uni-lj.si
Ana Sofia Reboleira2,3 asreboleira@fc.ul.pt
1 SubBioLab, Department of Biology, Biotechnical Faculty, University of Ljubljana, Ljubljana, Slovenia
2 Centre for Ecology, Evolution and Environmental Changes (cE3c) and Departamento de Biologia
Animal, Faculdade de Ciências, Universidade de Lisboa, Lisbon, Portugal.
3 Natural History Museum of Denmark, University of Copenhagen, Denmark